Come la pandemia ha cambiato la vita degli anziani

La necessità di ridurre le interazioni sociali ha drammaticamente ridotto lo "spazio vitale" degli anziani, con un impatto negativo sul tono dell'umore e anche sulla performance cognitiva.

A causa dell’isolamento domestico c'è stata una significativa riduzione del livello di attività fisica con conseguenze negative in particolare nei soggetti affetti da osteoporosi, artrosi, malattie neurologiche come il Parkinson, diabete mellito, malattie cardiovascolari.

Non da ultimo è importante sottolineare che i minori contatti, l’isolamento e la paura di contrarre l’infezione ha molto spesso causato un differimento cure mediche con una variabilità interindividuale importante, spesso legata a differenze culturali ed economiche, ad esempio in termini di accesso a internet e/o utilizzo di smartphone per video chiamate".

Un aspetto fondamentale è lo sviluppo di protocolli e iniziative che possano rendere accessibile a tutte le persone anziane programmi di esercizio fisico. E’ necessario ripensare alle nostre città dove l’esercizio fisico sia posto in primo piano. In questa ottica la SIGG si pone in prima linea per promuovere programmi di attività fisica congiuntamente con gli Enti di promozione sportiva e con le Federazioni Sportive. Oltre ai vaccini, l’attività fisica rappresenta la strategia vincente, il vero farmaco, per uscire definitivamente dalla pandemia.

Il PNRR prevede tra i suoi obiettivi l'aumento dell'aspettativa di vita in buona salute. Questo obiettivo deve essere declinato certamente con interventi di prevenzione che, per forza di cose, sono destinati alle fasce di età più giovani (es. stili di vita sani). Allo stesso tempo il concetto di "salute" deve essere inteso in maniera olistica, senza fermarsi all'aspettativa di vita o di vita in assenza di deficit funzionale. Devono essere incentivati interventi per la valorizzazione della cosiddetta terza e quarta età, con una attenzione particolare all'invecchiamento attivo e su strategie che permettano di valorizzare la popolazione anziana come risorsa e non di gestirla semplicemente come onere.

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