L’amore è per sempre?

San Valentino è la festa in cui si celebra l’amore: quello dei giovani innamorati ai primi appuntamenti, quello delle coppie consolidate ma anche, e soprattutto, quello che dura da tutta la vita.

L’amore, infatti, non è un sentimento che si esaurisce con il tempo: l’empatia con qualcuno dell’altro sesso, la voglia di confidarsi ed essere complici, lo scambiarsi effusioni, il decidere un viaggio in due aiuta a mantenersi lucidi e vitali e ad avere una maggiore voglia di vivere. Non c’è differenza tra l’amore a 20 anni e a 60, perché la felicità che si prova e la sensazione di benessere che deriva dall’amore non cambiano con l’età. La diversità risiede nella diversa intensità con cui da anziani si vive l’amore, inevitabilmente rapportato alle esperienze di vita vissuta, e dalla consapevolezza con cui si affrontano le sfide che la vita continua a porre innanzi ai prossimi passi insieme.

"E vissero per sempre felici e contenti"

Questa la magica formula con cui si concludono tutte le fiabe. Una frase che dà voce a quello che è il desiderio di tutti: un amore che duri, che ci accompagni sino alla fine della nostra vita. Il sogno di un sentimento eterno che non solo preveda una lunga serie di anni felici, ma che ci faccia intravedere una vecchiaia dolce e tranquilla, che ci conforti sino agli ultimi giorni.

E’ possibile che un amore duri per sempre?

E’ pensabile, nell’era dei divorzi, delle separazioni, dei litigi, del consumismo sessuale, in cui sembra che non ci si possa lasciar scappare alcuna occasione? Il clima culturale in cui viviamo non è propizio agli amori duraturi. Siamo continuamente distratti da molti più stimoli di quanti possano averne avuti i nostri genitori o i nostri nonni e l’ideale di famiglia tradizionale sfuma sempre di più nelle menti di persone indipendenti ed in carriera che mettono la propria realizzazione personale in primo piano. In passato era diverso; altre epoche sono state più romantiche e meno consumiste. Oppure più solidamente pragmatiche: basta risalire all’inizio del secolo per notare come il matrimonio era spesso una sorta di piccola società tra due esseri, con lo scopo di garantire, a seconda dei casi, la sopravvivenza o il benessere. Queste finalità, a prima vista poco romantiche, facevano sì che ci si impegnasse a far durare l’amore, che non si avesse alcuna fretta di buttare via unioni che potevano ancora essere salvate. Se tante relazioni venivano sopportate solo per necessità, molte altre, obbligate a funzionare per forza, si rivelavano, superate crisi e difficoltà, molto felici e riuscite, e la praticità diventava insospettabilmente la più grande alleata del sentimento.

Insomma, la complicità e l’affetto non sono sempre la regola nelle relazioni durature, che hanno soprattutto bisogno di stabilità e serenità, ma forse il segreto della longevità dell’amore è anche condividere esperienze e non perdere la voglia di “giocare” insieme.

La terza età  può essere un momento di scoperta, di gioia e di vero amore

L’amore, come la speranza, è l’ultima a morire. Non conosce limiti di età. In effetti, migliora con l’età per la maggior parte di coloro che hanno vissuto e amato abbastanza a lungo. Spesso abbiamo paura di invecchiare, e immaginiamo la terza età come un momento di debolezza fisica, di solitudine , di emarginazione, invece che di scoperta, di gioia e di vero amore.

Con la terza età non viene meno la vitalità dell´anima,anche se il corpo necessita di maggiori attenzioni e cure. Anzi,proprio la sfera pensante, le relazioni, l´interesse verso gli altri,il coinvolgimento affettivo costituiscono altrettanti efficaci strumenti per vivere più a lungo e in buona salute. L’amore è una complessa combinazione di emozioni che coinvolge l’attrazione, l’affinità di pensiero , di interesse, negli anziani, l’amore si basa principalmente sulla spiritualità , in questa fase diventa meno passionale, ma si arricchisce come rapporto.

Si ama più a lungo, perchè si vive più a lungo, e, vivendo di più, il problema dell’amore è presente più a lungo, anche perché i sessantenni di oggi (uomini e donne) sono in gran parte molto diversi, più attivi, di quelli di ieri. L’idea che la sessualità sia connessa obbligatoriamente alla capacità di procreare porta spesso a considerare, erroneamente, l’anziano come asessuato. Si tende a voler attribuire ai giovani i piaceri della carne e le gioie della procreazione, ai vecchi le virtù della saggezza asessuata e priva di bisogni. Quindi, in realtà, gli anziani che fanno sesso non lo fanno come o quanto vorrebbero, a causa della pressione sociale che li costringe ad adottare un ruolo prescritto. L’eventuale declino nella sessualità delle persone anziane assume, quindi, una certa consistenza solo dopo i 75 anni. Inoltre, tra i fattori che determinano una diminuzione o una sospensione dell’attività sessuale, non si possono trascurare meccanismi psicologici come il senso di colpa e di vergogna per avere ancora esigenze e pulsioni del genere e, forse ancora di più, il pregiudizio radicato che gli anziani siano incapaci di vita sessuale. Condizionamenti culturali e sociali che gravano sulle persone e ne influenzano la condotta.

Dunque, contrariamente a certe idee preconcette, la sessualità non scompare con l’età, ma segue piuttosto un principio di continuità, in base al quale la vita sessuale in età avanzata dipende da quella che si è vissuta nel corso dell’intera esistenza.

.. È nell´esperienza comune che una equilibrata e soddisfacente vita di coppia offra quella serenità e sicurezza indispensabile per chi si sente più fragile.

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