LETTERA A MIA NONNA

È da tempo che non ti sento e ho bisogno di parlarti. Il telefono non prende e comunque non basterebbe. Guardarti negli occhi forse sì, sarebbe sufficiente: i sentimenti passerebbero dal cuore agli occhi senza ostacoli, senza la difficoltà di dover tradurre a voce quello che sento.

Proverò con una lettera.  Come dici tu, le cose lente sono le più belle.
Piano piano.

La vita scorre ancora frenetica, ma un po’ meno. Ti ricordi quando mi dicevi: <<Fai tutte queste cose, ma  TU cosa vuoi fare? La vita è un morso>>. Quante volte ti ho ascoltata nella mente! Quante strade ho cominciato e quante volte mi sono fermata dicendo <<no, non questa, non mi porta dove voglio, rifletti, piano piano>>.

La mia tesi di laurea l’ho dedicata a te. Mamma e papà mi hanno messo un po’ il muso, ma non importa. Probabilmente, in cuor loro già sapevano: ho sempre preferito essere prima nipote , e poi figlia. Quando tutti mi dicevano di essere troppo testarda, troppo ostinata o di star sprecando la mia vita sui libri invece di godermi la mia età come tutti, tu mi dicevi di non dar retta alla gente, e mi raccontavi storie millenarie di amici di amici (forse mai esistiti, ma fa lo stesso) che erano stati criticati come me e che poi avevano condotto una vita magnifica e felice.
Io mica credevo di poter fare quello che faccio e come lo faccio, però mi sono buttata, come dicevi tu.
Spero che tu sia fiera di me.

Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quello che si fa, molto più con quello che si è.
Tu sei stata la mia roccia, il mio punto di riferimento sempre, e anche nelle situazioni più intime io sceglievo te, perché il tuo era l’unico consiglio che avrei ascoltato, con occhi sgranati e cuore aperto, anche se spesso lo negavo per sentirmi un po’ più grande.

Non era tua la responsabilità di crescermi, eppure, ogni mio gesto ha la forma dei tuoi.
Chissà cosa sarei stata senza te. Se so cucinare, è grazie a te. Se mi piacciono i fiori, è grazie a te. Se ho pazienza, se guardo Totò, se adoro i racconti e mi piace l’odore degli agrumi è grazie a te. E anche se sono testarda e permalosa è grazie a te.
I miei genitori mi hanno dato la vita, ma chi mi ha educato alla vita sei tu. Non ne avevi responsabilità, ed è forse questo il motivo per cui sei stata perfetta.
Ti chiedo scusa per tutte le volte che sono stata nervosa e arrabbiata. Ti chiedo scusa se col tempo non sono venuta a trovarti spesso o ti chiamavo troppo poco. Scusami per quando lasciavo il piatto intero a tavola perché andavo troppo di fretta o mi sentivo troppo stressata per mangiare quello che, con tanto amore, mi avevi preparato. E abbassavi la testa e non dicevi nulla. E non perché eri offesa, assolutamente, ma solo perché eri tanto preoccupata per me.

Volevo mandarti i fiori alla festa della mamma, ma non ho potuto.

Perdonami se non sono stata una buona nipote. Cercherò di essere una buona donna, proprio come mi hai insegnato tu.

Ti abbraccio forte.
Con tanto, tanto amore...

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